Durante la convention, Tim Walz ha accettato la nomination a vicepresidente, sottolineando la prontezza di Kamala Harris a guidare il Paese.
Alla convention democratica del 2024 a Chicago, Tim Walz, governatore del Minnesota, ha ufficialmente accettato la nomination a vicepresidente degli Stati Uniti.
Davanti a una folla entusiasta, Walz si è presentato non solo come un leader politico, ma anche come un uomo del popolo, sottolineando le sue radici modeste e la sua esperienza come insegnante e coach. “Abbiamo la squadra vincente, dobbiamo giocare per 76 giorni e andremo a meta,” ha dichiarato con convinzione, paragonando la corsa elettorale a una partita sportiva.
Kamala Harris, secondo Walz, è “pronta a guidare il Paese“, e il suo discorso ha messo in evidenza la determinazione dei democratici a vincere le elezioni di novembre.
La nomination di Tim Walz da parte di Kamala Harris
Tra i momenti più significativi della serata, l’apparizione a sorpresa di Oprah Winfrey, che ha dichiarato il suo supporto incondizionato per Harris e Walz. Nonostante si sia registrata come indipendente, Winfrey ha criticato duramente i repubblicani, accusandoli di diffondere paura e divisione. “Vogliono spaventarci, vogliono governarci,” ha affermato, sottolineando l’importanza di restare uniti contro tali tattiche.
Winfrey ha poi lanciato un appello agli elettori indipendenti e indecisi, esortandoli a votare per la coppia Harris-Walz, definendola la migliore opzione per il futuro del Paese.
Il supporto di Bill Clinton e il richiamo alla storia
L’ex presidente Bill Clinton è salito sul palco per lodare Kamala Harris, descrivendola come “la presidente della gioia” e un leader con “esperienza, carattere e gioia”. Clinton ha paragonato Harris a Joe Biden, elogiando il lavoro svolto dall’attuale presidente e la sua decisione di ritirarsi dalla corsa per un secondo mandato, scelta che ha definito “una delle più difficili per un politico“.
Inoltre, Clinton ha lanciato un monito ai democratici, ricordando loro le sconfitte elettorali passate e la necessità di non abbassare la guardia nei confronti di Donald Trump, descritto come un “buon attore” ma privo della visione necessaria per guidare la nazione.